HOMBRES ITINERANTE A CASTEL DEL GIUDICE
di Paola Iotti
Leggere regala forti emozioni, conducendo in mondi lontani e misteriosi in cui si entra con gli occhi dell’immaginazione. Le fotografie svelano i luoghi ma non sempre producono le sensazioni che le parole sviluppano nella mente chiudendo gli occhi.
Quando un bambino sfoglia un libro tridimensionale, la pagina mostra un animale di cartone o una casetta con porte e finestre, producendo una gradevole sorpresa.
Scrivere crea altrettanta emozione nel momento in cui si dà vita a luoghi e persone. Quando ho salito i gradini delle scalinate di Castel del Giudice è accaduto che le pagine del mio pezzo premiato, un diario ambientato in questo borgo, si trasformassero in un libro pop up per bambini, mostrandomi un castello incantato. Questa è stata la mia sensazione nel vedere il paese, le case in pietra, la RSA San Nicola e i panorami che, fino a quel momento, avevo descritto solo con le parole.
Ho girato un’altra pagina del mio diario ed è apparso il custode del castello nella persona di Lino Gentile, il sindaco. É una grande emozione rendersi conto che l’armonia raccontata è effettiva realtà, così come la concretezza di un amministratore che gentile non è solo di nome.
La bellezza e la forza della cultura stanno nella capacità di connettersi con la parte più vera dell’anima, quella del bambino che, senza pregiudizi, osserva il mondo con sincerità, apprezzando la profondità di ciò che è semplice ma, proprio per questo, non sempre facile da notare, insegnando a trarne ispirazione.
Quest’anno il premio Hombres ha fatto tappa a Castel del Giudice. Maria Stella Rossi ha saggiamente suggerito di intitolarlo a Lina Pietravalle, la scrittrice e giornalista molisana che ha espresso l’anima autentica e verace del Molise. La competente giuria, presieduta da Ilio Leonio, ha esaminato e letto un grande numero di scritti nelle diverse sezioni.
Una formula originale e vincente porta il premio, ogni anno, in borghi la cui realtà, poco conosciuta, viene svelata. A Castel del Giudice, come in una fiaba, un paese destinato a morire è stato salvato e trasformato da un mago che non adopera bacchette magiche. La sua è una magia alla portata di ogni essere umano: l’energia della popolazione è stata concentrata, rendendola più forte, catalizzandola in progetti coraggiosi ma concreti.
I terreni sono stati coltivati con metodi biologici nella Melise Spa, la vecchia scuola elementare trasformata in una RSA per anziani e disabili, le stalle in cui era rimasta qualche capra e un cavallo sono diventate uno splendido Albergo Diffuso, il sistema di illuminazione pubblica ha avvenieristici lampioni a luce “led” ad altissima efficienza energetica con cui si misura il consumo idrico e del gas, il progetto Artemisia, una cooperativa di comunità, prevede la creazione di posti di lavoro per giovani del paese e un gruppo di migranti.
Il sindaco ha ricevuto riconoscimenti anche da Hombres Itinerante ma ha affermato che un uomo, da solo, non può fare molto se non è supportato da altri. Chi sono stati, dunque, gli aiutanti del mago?
Giro la pagina del mio libro cartonato e vedo imprenditori dotati di un pizzico di follia ma anche di generosa lungimiranza e amore per il territorio, come Ermanno D’Andrea, Enrico e Gianfranco Ricci. Ma c’è stata anche la partecipazione della cittadinanza che, stimolata dal sindaco, ha risposto positivamente fornendo terreni e stalle in disuso, partecipando all’azionariato diffuso con cui sono stati raccolti i fondi e, soprattutto, credendo nei progetti presentati.
Non è un caso che l’ultimo premio attribuito dall’infaticabile presidente di Hombres Itinerante, Enzo D’Urbano, sia stato proprio per i cittadini del borgo, per riconoscere la sintonia con il percorso di comunità e di sviluppo.
Senza la loro volontà non sarebbe stato possibile rendere concreti i progetti del sindaco ed io non sarei riuscita a scrivere nulla: il mio libro pop up, invece di un bellissimo castello, avrebbe mostrato un pugno di case diroccate e abbandonate, buono per ambientare, al massimo, una lugubre storia di fantasmi e streghe.
La marcia in più che Hombres possiede e che lo differenzia dagli altri concorsi letterari è un quid che tutti gli artisti premiati, nel corso delle varie edizioni, notano inevitabilmente.
É la passione per la cultura, per il territorio e la gente che l’abita.
Tra i premiati, infatti, ci sono cittadini virtuosi che svolgono volontariato, giovani che si sentono moderni proseguendo e rinnovando le tradizioni locali, imprenditori illuminati che investono in attività il cui profitto è a lungo termine e che non sempre si calcola in euro, giornalisti che raccontano storie emblematiche di rivalutazione dell’ambiente e di agricoltura sostenibile, attori e registi che percorrono a piedi e narrano i segreti del territorio.
L’arma vincente della rinascita di Castel del Giudice è stata la comunità: un’esperienza che può insegnare molto ai piccoli borghi di montagna ma anche ai grandi centri che, spesso, dispongono di maggiori risorse ma di meno “cuore”.
La simbiosi tra cultura e ambiente realizzata da Hombres Itinerante mostra un incoraggiante connubio tra territorio e azione umana. Il territorio costitusce la garanzia del futuro dell’uomo: solo se il primo si manterrà integro e vitale potrà assicurare l’esistenza al secondo.
Un recente studio del Sole24Ore ha stabilito che il Molise è la regione italiana che “consuma” meno territorio. Castel del Giudice ne è una dimostrazione: recuperando gli immobili esistenti mantenendone lo stile, salvaguarda l’ambiente anche da un punto di vista geologico, frenando il dissesto idrogeologico.
Il premio Hombres è divenuto Itinerante nel momento in cui si è compreso che la cultura non deve essere “statica” ma che ha bisogno di muoversi per cercare altra cultura e altre persone, soprattutto nei borghi dove sono più vivi i legami con l’ambiente e i valori autentici dell’esistenza.
Enzo D’Urbano ha affermato che «la cultura insegna a riflettere».
Aggiungerei che la cultura forma l’ossatura della società per le generazioni future. In tempi di spending review, la cultura viene spesso vista come un lusso che non porta profitto e di cui si deve fare a meno. Invece è un investimento irrinunciabile, artefice dello sviluppo umano di cui costitusce ispirazione, identità e fattore di apertura nei confronti degli altri. Divenuto Itinerante, il premio Hombres permette alla cultura di circolare e inviare messaggi che, come piccoli semi, possono attecchire in terreni fertili mostrando il lato positivo dell’umanità di cui la società consumistica tende a evidenziare, principalmente, quello negativo.
Il movimento è una costante in Hombres: uno scrittore premiato, Paolo Piacentini, non era presente perché impegnato in un cammino lungo l’Appennino, per lanciare un messaggio e non far dimenticare le popolazioni terremotate dell’Italia Centrale. Lo scambio tra culture e realtà diverse è un fattore di crescita ed è un elemento dinamico.
La nostra società costringe a correre e lascia poco tempo per riflettere, spinti dalla fretta e dai condizionamenti. Servirebbero occasioni per rallentare e pensare: le realtà come Castel del Giudice offrono un esempio che la cultura può veicolare.
L’utlima pagina del libro tridimensionale del mio diario di Castel del Giudice mostra una nuova costruzione che emerge a un lato del castello incantato. Si chiama Ocrà e richiama il colore del tufo con cui sono costruiti gli edifici di Borgo Tufi che lo ospita, di cui l’accento costituisce la differenza. Si tratta del ristorante dell’Albergo Diffuso in cui un’abile chef, Alessandra Di Paolo, combina con maestria la cucina della tradizione molisana con le tendenze della moderna ristorazione destinata a un pubblico cosmopolita.
É l’ultima favola che questo borgo ci regala ma, ne sono sicura, non sarà l’ultima. Le pagine da sfogliare sono ancora tante.