MURETTI A SECCO
(alla mia Terra)
di Vincenzo Paolicelli
Serpenti di pietra.
Mosaici da strada.
È un gioco d’incastri la vostra esistenza.
Amo in voi la sincerità dell’imperfezione,
il senso disordinato del rigore
intrappolato nella durezza
che vi appartiene.
Fedeli compagni degli ulivi,
di schiene ricurve e di sospiri amari.
Pallide cornici della mia memoria,
il tempo arrotolato tra le fessure della vostra anima
racconta le stagioni del vostro silenzio:
la foglia morta, la vecchia cicala,
la spiga altezzosa, regina dei campi.
Ministri di bellezze arse dal sole,
sussurratemi ancora della mia Terra stanca
che non mi vede più correre
sui luoghi che custodite.
Suggerite alla nuvola passeggera
la mia cruda attesa,
la mia sorda speranza
che non conosce pace.
Come la mia volontà,
il desiderio di palpebre umide
per il mio fiore che aspetta
e che non oso violare.
Vegliate sui tramonti bugiardi
nascosti dietro la mia dolce collina.
Trattenete per me questo imbarazzo della vita
traboccante di gioia
per un uomo che ama,
per un figlio che torna
sulla zolla di casa.
Per un cuore incantato
così simile a voi.