La valle delle pietre
di Giovanni Petta
Tra il vetro e il legno, il vento prepotente
dalle finestre penetra il paese
grigio di pietre, umido di fumo,
di cenere, di suono e di tristezza.
Albamaria sa tessere da sola
e canta dei suoi anni e canta nomi
di luoghi mai veduti e immaginati,
del tedio, delle stanze senza amore.
Carlotta tiene il viso tra le mani,
osserva, pensa, vive e fa la spola
tra il caldo del suo cuore e il freddo intenso
dei vicoli, pozzanghere di niente.
Tramonta l’orizzonte e si nasconde
nel bosco, tra il sentiero e il temporale.