Lamberto Sabatini

I testi dei “santi” non festeggiati, ma amati dai poeti “giratari”….

Riflessioni di un giurato, di un poeta

Caro Presidente

Dico che alcune sillogi, a volte più dei libri, sono di notevole fattura perché possono rimanere sogni nel cassetto per lungo tempo, e pertanto ricevere la giusta “stagionatura”, avendo comunque il tempo di decantarsi.

In generale, per le poesie singole, è antipatico dirlo ma giusto farlo, dal nove al sette, si stila la solita classifica delle scritture più mature e sperimentate che vanno premiate dal primo al terzo posto e segnalate fino al decimo. Io però amo le scritture brade che ancora debbono costruirsi per raggiungere il livello migliore della comunicazione e tuttavia hanno la forza di presentarsi.

Siamo sul terreno della poesia operaia dove il patos è tanto intenso da attirare una lingua altra che misteriosamente supera il livello letterario dello scrivente, e lascia le tracce miracolose della poesia a restare insieme anche senza nessi.

Ecco i testi dei “Santi” non festeggiati, ma amati dai poeti “giratari”, lettori nudi come me…

Tempo a losanghe

(Adriano Sabatini)

Raffaele ,

è bello pensare che un tempo

tra un tiro di bocce ed un tresette

tra un caffè ed un bicchiere di vino,

mio padre parlasse con lui

delle cose più forti e vere…

è bello avere qualcuno

che mi parli di papà

con la traccia densa e sincera

degli amici d’un tempo

(Giulia Forte)

monti che innalzano

un prepotente inno alla vita

(Beatrice Bausi Busi)

senti,

come friniva una cicala?

(Fulvia Marconi)

brillio d’oro e di stelle

cantai per lei le strofe più belle,

e come nella fiaba

di Fiorio e Biancofiore,

l’amor che nasce e sboccia

l’amor che infine muore.

(Paolo Paulucci)

mamma e papà

che s’abbracciano per sempre

nell’infinito che va

(Miacaela Merlino)

il mio destino che mi rende inquieta

non è il tuo amore incostante,

ma non per questo

odierò la pioggia

(Vilma Leonio)

Fiori nei giardini dell’anima mia

per chi accarezza i pensieri

e non li tiene rinchiusi,

v’è una sorgente

che ha il colore della luna,

(Marco Cavaliere)

occhi dai mille volti differenti

che ti lasciano incantato

che raccontano una storia

e descrivono Nicol.

(Giulia Forte)

foglie verdi rami erba

ambrosia trasparente,

(Joan Rainbow Lorna)

calma l’uggiolio d’un cane

appena udibile

le solide merci che danno l’impressione

che niente può disturbarle

(Giacomo Giannone)

su lisce guance rubizze

piange la notte alle Molinette;

mongolfiera nel buio rotante

astronave d’anime dolenti,

(Rodolfo Vettorello)

l’anima è stanca

di lasciare sulla terra

le proprie impronte.

(Ilaria Cavaliere)

Vedo alberi

oscillare lenti

al soffio del vento,

vedo sorrisi di gente

che attende ed attende;

(Elisa Bassi)

i vecchi depositano ricordi

sulle panchine,

come nell’attesa di un viaggio

rinchiuso per anni

nel fondo vuoto

d’un cassetto.

(Laura Morelli)

angelo, mai potrò vedere i tuoi occhi

mai potrò toccare le tue mani

mai sentire la tua voce rassicurante;

mai conoscerò la sincerità dei tuoi consigli

mai sentirò la tua mano sulla mia spalla,

ma io so che esisti

(Tullio Perilli)

Amore

(Assunta Di Cintio)

fiamma

grandi bocche aperte verso il cielo

e più in là tutto che scompare.

(Fulvia Marconi)

un palpitar di ciglia.

(Gino Zanette)

Ci sono giorni che i ricordi

sono balze di lino ondulate,

la mano che stringi

e ti lascia serate di pioggia,

due trecce tra gerani esangui

sul davanzale.

(Francesco Palermo)

Messaggio in bottiglia:

(Micaela Merlino)

civiltà assassina,

figli tuoi!

siamo noi.

(Emanuele Antonini)

Attimi

volano come farfalle

al ricordo di un amore

(Fulvia Marconi)

assonnata calma estiva

(Floredana De Felicibus)

lasciatemi qui

a tingermi di silenzio,

a nutrirmi di tormento

(Luca Di Clemente)

Pregai per te,

Dio che sei la fonte,

(Manuela Cangiotti)

te arte

vortice di sensazioni

se annebbi i miei sensi

in un piacere senza fine.

(Sara Rota)

Vivere amando,

donarsi senza paure

e senza tempo,

(Luca Di Clemente)

l’Io che comprende

(Chantal Mazzacco)

T’ho portato in segreto

un vento di Tramontana,

hai sentito

hai capito mare?!

Tempo a losanghe,

ho visto siringhe vuote

sporche di sangue

tempo a losanghe.

Enzo caro

Non è la storia d’ognuno?

Lamberto Sabatini, naturalmente si scusa con gli autori di codesta sua “lettura per essenze” siffatta per impreziosire i testi originali