Sez. Poesia – Terza .PHI19

UNA MADRE, UNA DONNA

Percorro

con i tuoi passi svelti

le nostre strade.

Curva,

coi tuoi vestiti,

entro a fatica nei giorni

ancorandomi al tempo.

Poi ti rincorro negli anni

per abbracciarti meglio.

E m’immergo nel nostro ieri

— quasi tutto il mio vivere —

in contrasto, ma affine,

sofferto e intenso,

prezioso,

vivo e immutabile,

remoto,

irraggiungibile.

Con dita adulte sfioro i ricordi

e ne accarezzo i contorni,

ravvivo tratti sbiaditi,

do luce a stanche penombre,

sfumo i colori,

e all’improvviso

comprendo la tua severa fragilità,

i silenzi,

quelle emozioni celate a noi per eccessivo pudore,

le tue stanchezze mute,

i tanti sogni lontani.

Le tue parole si fanno spazio nell’oggi,

nutrendo ogni mio attimo di silenzioso andare,

e danno voce ai gesti,

che, dolcemente, senza saperlo,

ormai ricalcano i tuoi.

I tuoi occhi grigi mi abbracciano,

dolci e indifesi,

dando più forza al mio cuore.

E, sorridenti,

ci incamminiamo,

due donne e un’anima,

nel mio domani.

Maria Pieranunzi De Marinis


MOTIVAZIONE

Un’aura di sincero e struggente ricordo pervade i versi. Sullo sfondo del tempo trascorso sta la figura della madre dell’Autore ed il ricordo si staglia su di essa mentre un velo di indefinibile lagrima scivola via insieme al tempo, ma il rimpianto non si ripiega su sé stesso e lancia uno sguardo al domani e, ancora, madre e figlia sono unite nel futuro che la prima è riuscita ad assicurare a sua figlia. I versi son maturi e la visione del passato è adulta e piena. Il ricordo è visto con serena contemplazione, nella quale una tristezza appena adombrata coglie il giusto rapporto con una figura rispettata e che ancora illumina l’esistenza.