sezione poesia 2017

Premio Hombres Itinerante XIII edizione Pescina (AQ)

SEZIONE POESIA

Prima classificata

 

L’AMORE MALATO

(a tutte le donne vittime della violenza)

Scende la sera sulla mia casa di vento e di sabbia

e questa notte muore un altro pezzo di cielo.

Un inganno i miei giorni declinati all’infinito

nell’angoscia di una stagione consumata

dietro la solitudine di un silenzio

dove nascondo il cuore per regalarmi l’illusione

di un tempo che non verrà.

Sono l’ombra di un ricordo felice,

il riflesso di una stella spenta in un buio remoto

e i miei occhi dilatati in un cerchio di dolore

a cercare invano un approdo in un porto di tenerezza

mentre il passo oscilla sulla soglia di un addio.

E lui arriva ogni notte

quando soffia un vento cattivo

a scagliare parole di pietra per lapidare il cuore

mentre con mani di falce stringe i miei fianchi di luna.

Poi solo il silenzio e quell’amore malato

che dorme accanto al mio respiro.

Mi nascondo dove ritornano le ombre della sera

a implorare l’abbraccio pietoso della terra,

domani sarò nuvola in un’agonia di pioggia,

brivido di onda sul mare senza stelle.

E forse sarà dolce anche morire!

Rita Muscardin

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Prima classificata (ex aequo)

I bambini di Aleppo

«Là dove hanno fatto il deserto,

lo hanno chiamato pace».

Publio Cornelio Tacito, La vita di Agricola.

Cantano ancora i bambini di Aleppo

ora che la coperta è calda nella notte,

il rombo cupo non fa più paura

è suono che prelude il temporale,

le ombre s’allungano nella stanza

senza avvolgere il viso delle bambole.

Hanno ancora negli occhi il rogo

delle case e nelle mani piaghe di paura

col filo spinato ancora tra le dita

e la borraccia a tracolla semivuota.

Hanno visto il fuoco della pelle

marchio d’infamia dei vinti, memoria

della viltà e del silenzio dei forti.

Nascondono un fiore dentro il diario

per segnare i giorni trascorsi

a contare il silenzio delle grida.

Ah, com’è triste il giorno senza voci,

ogni silenzio è una croce nel mio cuore.

Canteranno ancora i bambini di Aleppo

nella Valle di Elah, verso il giardino

dei ciliegi in fiore.

Pietro Catalano

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Seconda classificata

 SCELTE SBAGLIATE

Brillavano alle dita i falsi anelli

strappati con coraggio a una catena

rendevano le mani tue più belle

e intanto ti spezzavano la schiena.

Ma ti hanno rovesciato i giorni addosso

mentre invano tentavi di spostarti

riuscendo perfino a farti credere

che in fondo avrebbero potuto amarti.

È stato troppo facile ingannarti

con sorrisi venduti a buon mercato

mentre i dubbi non bastavano a placarti

e i baci ti lasciavano senza fiato.

Così hai lasciato il cuore incustodito

e non te ne sei chiesta la ragione

dimenticandolo tra le pieghe del vestito

gli hai negato anche l’ultima occasione.

Ma non ci saranno nuvole in cielo

per chi vuole arrivare lontano

e resteranno indietro solo stelle ferite

per chi ha lasciato troppo presto la tua mano.

E tu quale valore hai dato alla tua vita

passata tra gli inganni e le lenzuola

se a trastullare l’anima ferita

di notte a respirare sei da sola.

E i tanti spazi vuoti intorno al letto

che riempi con scuse troppo usate

non  basteranno ad uccidere il sospetto

che siano state le tue scelte sbagliate.

Aldo Ronchin

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terza classificata

LA MIA TERRA

La dolce voce di mia madre,

il caffè che borbotta sulla fiamma,

la tenda leggiadra volteggia come una ballerina

sospinta da un brezza salmastra e conosciuta,

i profumi rapiti ai gerani sui balconi assolati,

odore di rose, di baci rubati, di resina e mare,

di conchiglie naufragate e reti addormentate.

Il campanile scava dentro il cielo

tingendo di azzurro le ore,

la salubre pineta  abbraccia d’ombra i sogni di un bambino,

le fontane abbandonate agli angoli  delle vie

gocciolano memoria.

La sabbia incandescente e bianca

corre a smarrirsi nel mare e nel suo orizzonte,

una radio, una canzone, evocano ricordi

come briciole di pane scrollate dall’alto.

L’odore dei viali fiancheggiati dalle siepi

mi conducono a casa,

la mia terra è una bruna donna,

una dura zolla dissodata,

è il tramonto sulle barche,

un odore di festa e tradizioni,

un mare di storia e civiltà,

la mia terra è la culla del cuore e dell’amore.

Moretti Andreina

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terza classificata (ex aequo)

 

Perduto nido d’amore

Or senz’anima questa casa,

dove niente è cambiato

eppure tutto è diverso:

la notte si spoglia di sogni;

il giorno si veste di tenebre.

Su pareti tappezzate di silenzi,

i mesti singulti d’un pendolo,

nell’inarrestabile moto,

scandiscono la solitudine

d’un nido vuoto, nell’ombra.

Frammenti di vita incorniciati,

sepolti dalla patina del tempo,

com’esuli ombre s’affollano…

Tra sbiadite memorie e voci spente

un grido si leva, il mio.

Stefania Andreocci